La cattedrale di Ferrara

Ferrara

Visitare Ferrara ti consente in breve spazio un viaggio affascinante tra epoche, da un operoso e industrioso Medioevo a un magnificente e prorompente Rinascimento italiano. C’è un sito in particolare, che ti fa sentire a casa, e ti fa gioire e benedire di vivere in Italia: la Piazza Trento e Trieste e l’adiacente piazzale della Cattedrale di San Giorgio. La chiesa matrice, simbolo della religiosità ma pure della fierezza laica dei cives, s’impone con la sua possente ed equilibrata mole architettonica, in una meravigliosa sintesi tra solidità dello stile romanico (XII s.) ed eleganza verticale del gotico (XIII s.).

Cattedrale
Si resta incantati di fronte a tanta sapienza costruttiva da non saper da dove partire con l’esplorazione visiva. Partiamo dal dettaglio che più si staglia al centro della facciata, l’elegante protiro che incornicia il romanico portale dell’archi-scultore Nicholaus (già sommo protagonista nelle basiliche di Parma e Verona e alla Sacra di S. Michele), sorretto da colonne che poggiano su due curiosi uomini-telamoni che a loro volta siedono su due splendidi e terribili leoni stilofori sempre in marmo rosa di Verona. Una vera poesia di pietra sono poi i rilievi di maestro Niccolò su stipiti, archivolti e cornice del portale armoniosamente decorati.

CattedraleSi notano a lato della facciata altri 4 leoni stilofori oggi utilizzati come sedili levigati per i giochi dei bimbi e l’immancabile foto dei turisti: sono quelli del meraviglioso Portale dei Mesi, del fianco sx del duomo, tolto coi restauri del XVIII s. ma splendidamente offerto alla vista nei sorprendenti rilievi del Maestro dei Mesi del vicino Museo della Cattedrale c/o la ex chiesa di San Romano.
Passato e presente si avvicinano e si intrecciano nel vivere quotidiano che si esprime anche nel sedersi sui gradini digradanti antistanti i portali d’ingresso, molto complici nell’offrire un ristoro per una pausa, una chiacchiera con amici, una prospettiva più focalizzata sui tanti motivi decorativi, una foto irrinunciabile nel coronato giorno tanto atteso di una laurea conseguita nella prestigiosa Università di fondazione estense!!
Gli archi gotici delle gallerie alte della facciata traforata come un merletto da oculi, rosoni, i severi rilievi del Giudizio Universale, la Loggia delle benedizioni dominata dalla dolcezza di una Madonna col suo Bambino, Cristo Benedicente nella gotica mandorla entro il timpano, sono tutti rimandi alle cattedrali gotiche in terra di Francia che fanno comprendere come Ferrara già parlasse un linguaggio europeo molto prima delle
avanguardie rinascimentali della Corte estense!! La chicca finale è offerta dalle splendidi cuspidi triangolari che sembrano voler incoronare la facciata stagliandola contro la leggerezza del Cielo!!Cavaliere
La curiosità spinge poi verso sinistra per osservare nello spigolo alto della facciata la figuretta in rilievo del cavaliere in sella al suo destriero che ci riporta agli esordi della fabbrica nel 1133, quando il guelfo Guglielmo II° degli Adelardi diede grande impulso ai lavori con una cospicua donazione per assicurarsi un ambìto incarico politico terreno prima e l’eternità in paradiso poi. Sempre a sx si apre una solitaria e silenziosa stradina che separa la grande fabbrica del Duomo dal Palazzo Vescovile e che permette di riscoprire le originarie strutture romaniche del sobrio ben conservato fianco destro della chiesa. Volendo ora scoprire il fianco sx si costeggia di nuovo la facciata volgendole le spalle per ammirare le stratificazioni del merlato Palazzo Municipale sul lato opposto: innalzato nel XII s. come Palazzo Comunale, trasformato nella dimora dei primi Este, Podestà della città dal 1240 e Capitani perpetui della città pochi anni dopo. Anche per questo antico palazzo s’impone allo sguardo il solenne ingresso al cortile interno, col Volto del Cavallo incorniciato e nobilitato dalle distinte statue bronzee del marchese a cavallo Niccolò III°, il principe che aprì le porte all’Umanesimo ferrarese, e suo figlio Borso, assiso sul faldistorio, I° Duca della dinastia estense dal 1452. Anche in questa città come in molte altre d’Italia, i simboli dei due maggiori poteri, temporale e spirituale si trovarono vicini a fronteggiarsi, ora solidali e complici, ora antagonisti e nemici. Finalmente si svolta l’angolo dove ci si sofferma sull’originale antica Loggia degli Strazzaroli, ovvero dei mercanti, per notare la sequenza delle antiche botteghe mercantili ora boutiques, protette da un lungo porticato marmoreo con ossatura lignea, che si interrompono poco prima dello svettante campanile di bicromi marmi, opera incompiuta del geniale architetto umanista Leon Battista Alberti ( metà XV s.).

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Che delizia percorrere con lo sguardo (come su una tastiera di pianoforte) la lunga sequenza ripetuta in verticale di archi romanici, arcatelle e loggette cieche con fantasia giocosa di colonnine dalle fogge disparate, lavorate come se il marmo fosse una materia duttile e burrosa: che spettacolo per gli occhi e che gioia per l’animo!! Dopo aver passeggiato su e giù per la vasta e ariosa antica piazza del mercato, in mezzo a biciclette sfreccianti che sembrano essere la nota più alta a contrastare il silenzio in questa fantastica enclave chiusa al grande traffico, ci si può anche permettere un breve ma meritato riposo sull’ospitale sedile di marmo che costituisce la base della cromatica torre campanaria.
Così, placidamente assisi, mirando ora i ciottoli della piazza, ora i colombi in cerca di briciole, ora i variegati palazzi che abbracciano la grande agorà, si possono organizzare mentalmente nuovi itinerari cittadini: l’interno del duomo con la sua colorata spiritualità, rifatto dopo un devastante incendio nel primo ‘700 in stile barocco, le spettacolari formelle raffiguranti i mestieri del Ciclo dei Mesi del misterioso quanto geniale maestro omonimo esposte nell’ ex chiesa di San Romano attorno al suo incantevole chiostrino, oppure inoltrarsi in Via Mazzini verso il Ghetto Ebraico per giungere alla sua Sinagoga e al Museo di Civiltà Ebraica, per scoprire poco distanti nascoste acciottolate viuzze che un tempo costeggiavano lo scomparso medievale letto del Po, come la misteriosa e famigerata Via delle Volte, unica nei suoi brevi rossi archi e colorati passaggi di collegamento da casa a casa.

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Ma vìa, è meglio restare nelle vicinanze, gli altri gioielli della città, e sono molti, sapranno attendere. Non si possono infatti trascurare l’’illustre Castello di San Michele, simbolo del potere politico-militare della corte estense, il Quartiere dell’Addizione Erculea pianificato da Biagio Rossetti per Duca Ercole I d’Este a fine ‘400, unico nelle sue arterie stradali del primo piano regolatore integrale della storia europea, dove sono mirabili dimore come Palazzo dei Diamanti con la sua temporanea Mostra dedicata al grande cineasta ferrarese del ‘900 Michelangelo Antonioni, la verde Piazza Ariostea, sede dell’annuale duecentesco Palio di San Michele, spingendosi sino alle rare antiche mura medio-rinascimentali che ancora cingono la città su 9 Km ciclabili. Questi e altri importanti monumenti meritano energie fresche per essere visitati e apprezzati nella loro bellezza e armonia e ci si deve concedere tempo, riflessione e lucidità per cogliere e interiorizzare sì tanta storia e maravigliosa ricchezza dell’Italia! Non si deve poi dimenticare che alla base di tutte le creazioni urbanistiche e architettoniche in Ferrara, c’è stata la facoltà di pensare in grande e a lungo termine da parte di menti ambiziose quanto elevate, la progettazione di capaci quanto determinate professionalità, un onnipresente e coltivato senso del Bello ma anche pragmatico senso pratico e tanto duro lavoro; le maestranze artigiane medievali prima e gli artefici rinascimentali attirati dalle passioni dei principi estensi poi, hanno impiegato 500 anni per rendere Ferrara una capitale delle Arti e della Cultura, la consapevolezza e la cura dei suoi cittadini le hanno permesso di salvaguardare il suo immenso patrimonio e di farla arrivare quasi intatta al XXI s. e tutto ciò le ha valso il Riconoscimento Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1995.

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